venerdì 24 agosto 2012

Settembre

Settembre si avvicina: il vero inizio dell'anno, per tutti, da sempre. Il mese dei buoni propositi, del profumo di quaderni e matite nuove, del caldo che finalmente inizia ad attenuarsi con le prime piogge, il mese degli inizi, dei debutti. E dell'adrenalina che li accompagna, fedelmente.
Sarà un settembre diverso, questa volta. Adoro l'autunno, di solito mi immagino con un trench, un cappello bohemien, anche una gonna, massì - e riesco addirittura a indossarli e a sentirmeli addosso davvero - con i quali mi lancio nei mesi successivi... Come se questa stagione mi permettesse di esprimermi al meglio, di tirar fuori il meglio di me: l'entusiasmo, la voglia di fare, la sicurezza in me stessa e nelle mie capacità.
Quest'anno settembre sarà diverso.
Inizierò il 1°, sabato, con l'esame orale dell'esame di stato. Voglia di studiare, zero. Percezione che l'abilitazione mi sarà utile, zero. E poi c'è pure la prova pratica, magari fosse finita lì.
Lunedì 3, ritorno allo studio di mr. Famoso a completare lo stage. Una collega mi ha appena detto che un altro collaboratore è finito in cassa integrazione. Inizierà di nuovo il mio giro porta a porta, studio a studio, per vedere se qualcuno ha bisogno di me e, magari, intenzione di pagarmi la benzina, senondisturbotroppo. Non ne ho la minima voglia, non riesco a fingere di essere entusiasta, dinamica e blabla: ho troppa paura di essere presa in giro, ho perso tutta l'innocenza in quel maledetto studio.
Venerdì 14 devo interrogare, insieme alla mia prof., qualche altro trentenne impenitente che gioca ancora a fare lo studente. Mentre i bandi per risultare tutor e guadagnare 2 euro stanno per scadere e io non posso fare domanda, perché sennò il prof-barone del dipartimento si arrabbia: "Cara neofitA, tanto sono solo 2 euro, che ti cambia?". Bè, sono ingegnere, e so che 2 è maggiore di 0, quindi 2 è meglio di 0. O no?
In tutto questo, vivrò in una nuova casa, da una mia ex-collega di università. La credevo un po' più alla mano, invece ieri mi ha detto di concordare il giorno del mio arrivo perché sua mamma deve presenziare... Speriamo bene.
Altro? Ah già, a fine mese abbiamo il rogito per la casa. Con soldi non miei, ovviamente, perché io non ne ho. E poi dobbiamo pensare a trecentomila cose: la cucina, gli allacci, la cabinarmadio, la sistemazione esterna... Dovrei essere entusiasta, e a tratti riesco anche a sentirmi bene se penso alla casa in sè e al futuro finalmente insieme. Ma la paura non mi lascia, non mi abbandona.
Non riesco a immaginarmi vestita in nessun modo, non ho voglia di guardare le vetrine, e so che questo è un brutto segnale. Non mi vedo in nessun modo, non riesco a collocarmi in nessun posto e a sentirmi adeguata, arrivata. Qualcuno potrebbe dire che sono sempre neofitA, neofitA e basta, dovunque vada, ed è vero. Ma io ho capito che a darci un senso di noi stessi non è tanto quello che facciamo, o guadagniamo, ma quello che sogniamo di noi stessi. Ed io adesso ho paura di sognarmi : troppe fregature in questi mesi, troppe, non ce la faccio proprio.
Ecco perché settembre, quest'anno, sarà solo il mese che segue agosto e precede ottobre. Nient'altro.

2 commenti:

  1. Dietro tutte queste parole amare si sente che c'è una ragazza tosta.
    Non dimenticartela e non mollare!

    In bocca al lupo :-)

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  2. Crepi il lupo e grazie delle tue parole, laele!

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